Vino biologico: storia, normativa ed approfondimenti

Quando nasce il vino biologico?

 

Per conoscere l’origine del vino biologico è necessario riferirsi a quella dell’agricoltura biologica.

 

Tutta l’agricoltura, dalla sua nascita 10 000 anni fa fino a metà del secolo scorso, può essere definita biologica. Solo negli ultimi cento anni le sostanze chimiche di sintesi sono diventate le protagoniste del mondo agricolo e, dopo una profonda rivoluzione, l’agricoltura più diffusa, convenzionale, è diventata strettamente dipendente da esse.

 

Il termine biologico è usato inizialmente da Rudolf Steiner (1861 – 1925) nell’ambito delle sue teorie antroposofiche1. Successivamente, attorno agli anni ’70, alcuni agricoltori italiani si riunirono in associazioni e cominciarono a adottare tecniche agricole alternative. Nel 1982, grazie all’IFOAM (International Federation of Organic Agriculture Movements), furono approvati i primi «Standard di agricoltura biologica per i commerci internazionali e nazionali».2

 

Molti movimenti culturali hanno proposto un’agricoltura differente da quella convenzionale, più in armonia con l’ambiente naturale: agricoltura biodinamica, permacultura, agricoltura ecologica, macrobiotica, etc. La differenza fondamentale è che l’agricoltura biologica è finanziata e disciplinata a livello europeo. Il primo Regolamento europeo risale al 19913, riformato poi nel 20074 e recentemente con il Reg. 2018/848.

 

Perché è necessaria un’agricoltura differente?

 

Dopo la fine della Seconda guerra mondiale pesticidi e fertilizzanti chimici sono disponibili a prezzi economici e cominciano ad essere ampiamente utilizzati. Questo, insieme a monocoltura e miglioramento genetico, permette un rapido e sostanziale aumento nella quantità di cibo prodotta a parità di superficie, ma a quale prezzo?

 

  • Perdita di biodiversità agraria: nell’ultimo secolo in Italia sono scomparse tre varietà di frutta su quattro5. Questo non solo è triste ma pericoloso, perché un sistema agrario con meno specie è meno resiliente, meno capace di adattarsi ai cambiamenti e quindi più debole.

  • Impiego di ingenti quantità di risorse energetiche: si stima che siano necessarie da dieci a dodici calorie di energia fossile perché una caloria di cibo arrivi sul nostro piatto6. Non esattamente un modello efficiente.

  • Inquinamento dei suoli, dell’aria e dell’acqua7.

  • Inaridimento del suolo, sempre più dipendente da input esterni: le tecniche agronomiche dell’agricoltura convenzionale spesso non rispettano la fertilità biologica del terreno e non tengono conto che organismi come funghi, batteri e lombrichi sono i responsabili di reazioni importantissime, che rendono i nutrienti disponibili per la pianta.

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Cos’è l’agricoltura biologica?

 

I principali obiettivi dell’agricoltura biologica, definiti a livello europeo, sono: mantenere e migliorare fertilità del suolo e biodiversità, ridurre l’utilizzo di fattori di produzione esterni (energia e risorse naturali), promuovere la filiera corta e le produzioni locali, limitare l’inquinamento ambientale, sostenere il benessere animale e non ricorrere a OGM, diserbo e concimi chimici.

 

L’interesse dell’agricoltura biologica è ottenere prodotti di alta qualità, privi di residui tossici, che rispettino l’ambiente e la salute di vegetali, animali e uomo. Nei vegetali biologici è stato riscontrato un contenuto maggiore di antiossidanti e vitamina C rispetto a quello misurato in prodotti da agricoltura convenzionale. Inoltre, frutta e verdura bio contengono un minor livello di cadmio (un metallo tossico) e registrano con meno frequenza la presenza di residui di fitofarmaci8.

 

Cos’è il vino biologico?

 

In vigna, ovviamente, vigono i principi dell’agricoltura biologica: si utilizza il diserbo meccanico piuttosto che quello chimico; si preferiscono i concimi organici a quelli minerali; rame, zolfo e lotta biologica a prodotti chimici di sintesi per la difesa della pianta. Si cerca di mantenere il vigneto in equilibrio soprattutto con le tecniche agronomiche: in fase di progettazione con la scelta di varietà, clone, portinnesto e forma di allevamento e successivamente con interventi sulla chioma, potatura ragionata e monitoraggio puntuale.

 

Se prima del 2012 si poteva parlare solamente di vino ottenuto da uve biologiche, il Regolamento UE 203/2012 ha specificato le norme di vinificazione e le modalità di etichettatura del vino biologico. Il limite in solforosa totale è più basso rispetto a quello del vino convenzionale e non si possono utilizzare alcune tecniche enologiche considerate troppo invasive (come dealcolizzazione parziale, elettrodialisi e resine a scambio cationico). Molti dei prodotti enologici utilizzati per il vino convenzionale possono essere utilizzati anche per il biologico. Altri, come PVPP (polivinilpolipirrolidone), CMC (carbossimetilcellulosa), lisozima e mannoproteine, non sono ammessi. In ogni caso si incoraggia, se possibile, l’utilizzo di prodotti provenienti da processi di produzione biologica.

 

Ci sono state alcune critiche verso la prima regolamentazione del vino biologico perché considerata troppo permissiva rispetto a pratiche e prodotti ammessi. Si è trattato comunque di un primo passo importante verso il riconoscimento di un processo produttivo alternativo, che pone le proprie basi su una gestione accurata del vigneto. Nei prossimi decenni sarà sempre più importante incoraggiare una maggiore sensibilità verso l’ambiente e sostenere la conversione dei sistemi agricoli verso modelli più in equilibrio con la natura.

 

 

  1. STEINER, Impulsi scientifico-spirituali per il progresso dell’agricoltura, trad. it., Milano, 1979
  2. https://www.rivistadga.it/wp-content/uploads/sites/34/2018/12/Mauro-agricoltura-biologica.pdf
  3. Regolamento (CEE) n. 2092/91 del Consiglio del 24 giugno 1991 relativo al metodo di produzione biologico di prodotti agricoli è alla indicazione di tale metodo sui prodotti agricoli e sulle derrate alimentari.
  4. Regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio del 28 giugno 2007 relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici e che abroga il regolamento (CEE) n. 2092/91.
  5. https://www.coldiretti.it/biodiversita-e-agricoltura-biologica/giornata-biodiversita-italia-persi-3-frutti-4
  6. Patrick Whitefield The Earth Care Manual, op. cit.
  7. http://www.fao.org/documents/card/en/c/CA0146EN
  8. https://www.rivistadiagraria.org/articoli/anno-2019/biologico-vs-convenzionale-differenze-termini-sostenibilita-profilo-chimico-degli-alimenti-parte/