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  1. Esiste il Tappo perfetto?
    01
    Jan

    Esiste il Tappo perfetto?

    Esiste davvero un miglior modo per tappare una bottiglia di vino?

    Un produttore che vuole immettere sul mercato il proprio vino ha davanti a sé diverse soluzioni per chiudere una bottiglia, sebbene la maggior parte delle aziende nel mercato europeo utilizzi solamente il classico tappo in sughero. Il dibattito sulle chiusure nel mondo del vino è aperto ed acceso più che mai, con una parte “tradizionalista” che accetta solamente il tappo in sughero naturale e l’altra, potremmo dire più “progressista”, che è aperta a chiusure in alluminio piuttosto che in vetro, arrivando persino ai promotori del vino in lattina.

    Ogni tipologia di chiusura ha dei pro e dei contro, più o meno impattanti sulla qualità percepita del prodotto finale e sulla conservazione del vino; anticipiamo tuttavia che non c’è una risposta univoca al quesito “quale sia la miglior chiusura per una bottiglia di vino”, ma la scelta è esclusivamente relativa alla tipologia di vino e al mercato di

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  2. Suolo e vino: quanto sono legati?
    01
    Jan

    Suolo e vino: quanto sono legati?

    Quanto è importante il suolo per la tipicità di un vino?

     

    Quando si parla di terroir, oltre alle caratteristiche climatiche e le tecniche vitivinicole, s’identifica il suolo come elemento principale nel definire una specifica area vitivinicola.

     

    Molti enologi, produttori e giornalisti affermano che le caratteristiche del terreno sono di primaria importanza per la qualità intrinseca di un vino. Allo stesso modo i Disciplinari delle 5251 IGT, DOC e DOCG italiane definiscono e proteggono i relativi vini soprattutto in virtù del territorio dal quale provengono. Sempre più spesso i sommelier ci affascinano riconoscendo sentori di terroso, pietroso o minerale nel vino, li associano al suolo dove le uve sono state coltivate fino a descrivere con dovizia di particolari la storia geologica di quel vigneto. È universalmente riconosciuto il legame tra Champagne, Chablis e calcare o tra v

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  3. Viticoltura Biodinamica, perchè dovremmo apprezzarla
    01
    Jan

    Viticoltura Biodinamica, perchè dovremmo apprezzarla

    Il padre della biodinamica, l’austriaco Rudolf Steiner, si interessò di svariati argomenti tra cui pedagogia, architettura, medicina e agricoltura. Steiner era un teosofo, ovvero una figura intermedia tra un esoterista ed un filosofo. Sicuramente un personaggio molto particolare. Se aveste potuto partecipare ad una sua conferenza, gli avreste sentito dire che i nostri antenati avevano un corpo molto soffice e abitavano un continente chiamato Lemuria, dove avvenivano continue eruzioni vulcaniche1.

     

    Nonostante una visionaria teoria sull’origine dell’umanità, bisogna riconoscere a Steiner una certa dose di saggezza quando affermava che l’uomo, nel suo percorso evolutivo, avesse perso la sensibilità necessaria per prendersi cura della natura. Egli percepiva un arresto nello sviluppo spirituale e pensava che il modo migliore per reintegrare queste forze spirituali fosse assimilare del cibo che le contenesse. Gli alimenti dovevano apportare nutrimento

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  4. Il vino naturale e la fermentazione spontanea
    01
    Jan

    Il vino naturale e la fermentazione spontanea

    Il vino naturale da termine misterioso, criticato e a volte perfino punito dalla legge, come nel celebre caso del 2012 dell’enoteca Bulzoni a Roma1, è oggi diventato di uso comune, un argomento dibattuto in sedi internazionali e prestigiose come quella dell’OIV (Organizzazione internazionale della vigna e del vino)2.

     

    Le maggiori critiche iniziali da parte degli altri produttori partirono dal fatto che nessun vino si possa totalmente definire naturale perché sempre un prodotto culturale, ovvero il frutto della trasformazione da parte dell’uomo di elementi naturali3. Tuttavia, il termine fu utilizzato dai primi vignaioli che decisero di fare a meno di prodotti di sintesi in vigna e prodotti enologici in cantina e quindi di produrre vini, in un certo senso, meno artificiali.

     

    Quando nasce il movimento del vino naturale?

     

    Le origini del movimen

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  5. Vino biologico: storia, normativa ed approfondimenti
    01
    Jan

    Vino biologico: storia, normativa ed approfondimenti

    Quando nasce il vino biologico?

     

    Per conoscere l’origine del vino biologico è necessario riferirsi a quella dell’agricoltura biologica.

     

    Tutta l’agricoltura, dalla sua nascita 10 000 anni fa fino a metà del secolo scorso, può essere definita biologica. Solo negli ultimi cento anni le sostanze chimiche di sintesi sono diventate le protagoniste del mondo agricolo e, dopo una profonda rivoluzione, l’agricoltura più diffusa, convenzionale, è diventata strettamente dipendente da esse.

     

    Il termine biologico è usato inizialmente da Rudolf Steiner (1861 – 1925) nell’ambito delle sue teorie antroposofiche1. Successivamente, attorno agli anni ’70, alcuni agricoltori italiani si riunirono in associazioni e cominciarono a adottare tecniche agricole alternative. Nel 1982, grazie all’IFOAM (International Federation of Organic Agriculture Movements), furono approvati i pr

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  6. Vino ed antiossidanti: tutto quello che c'è da sapere
    01
    Jan

    Vino ed antiossidanti: tutto quello che c'è da sapere

    Il vino fa veramente buon sangue?

     

    Il vino allieta la storia dell’uomo da circa 9000 anni ed i primi cenni del suo utilizzo come medicina risalgono a ben 5000 anni fa.1

     

    Negli ultimi decenni, moltissime pubblicazioni scientifiche hanno associato ad un consumo moderato e regolare di vino una riduzione dell’incidenza di malattie cardiovascolari, aterosclerosi, ipertensione, ictus, alcuni tipi di cancro, diabete di tipo 2, malattia di Alzheimer e sindrome metabolica.2

     

    Quali sono le molecole responsabili?

     

    Le proprietà antiossidanti e antinfiammatorie del vino sono dovute alla presenza di molecole dette polifenoli. In particolare, quelle più bioattive sono i flavonoidi, i tannini polimerizzati ed il 3,5,4'-triidrossi-trans-stilbene. Quest’ultimo, anche detto resveratrolo, ha fatto molto parlare di sé. Il vino rosso è più ricco in p

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  7. Cosa vuol dire vino vegano?
    01
    Jan

    Cosa vuol dire vino vegano?


    In Italia i vegetariani ed i vegani rappresentano ben l’8% della popolazione e negli ultimi due anni il numero di persone che ha scelto di eliminare dalla propria dieta alimenti di origine animale è cresciuto velocemente1. Le motivazioni sono etiche, ecologiche o salutistiche.

     

    Ma un vegano dovrebbe fare attenzione anche quando compra una bottiglia di vino?

    La risposta è sì.

    La legge prevede infatti che prodotti come gelatina di suino, caseina, colla di pesce e albumina possano essere utilizzati come coadiuvanti enologici2.

    La gallina non ne è entusiasta ma l’utilizzo d’albume d’uovo è una tradizione antica a Bordeaux.

    Le proteine di origine animale sono impiegate durante i processi di chiarifica e stabilizzazione del vino. Le proteine reagiscono e precipitano con i tannini, la sostanza colorante e, se usate con la bentonite, con altre proteine. L’obiettivo è migliorare le c

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  8. Solfiti nel vino: chiariamo alcuni punti
    01
    Jan

    Solfiti nel vino: chiariamo alcuni punti


    Quanti solfiti troviamo nel vino?
    La quantità di solfiti contenuta nel vino è nettamente minore di quella che troviamo in molti altri alimenti.
    Se per bianco e rosso il limite è, rispettivamente di 200 mg/l e 150 mg/l in solforosa totale, la frutta secca può arrivare fino a 2000 mg/kg (nel caso di prugne, fichi, uvetta, albicocche e pesche). La quantità limite è molto alta anche per senape forte di Digione (500 mg/kg), preparati per purè (400 mg/kg) e stoccafisso/baccalà (200 mg/kg).
    Nei vini certificati biologici la solforosa totale non può superare i 150 mg/l per i vini bianchi e 100 mg/l per i rossi. I vini biodinamici e naturali rispettano i limiti del biologico, tuttavia per filosofia produttiva tendono a farne ancora meno uso. A volte le associazioni dei produttori naturali indicano limiti molto bassi. Per Vinnatur, ad esempio, non si possono superare 50 (vino bianco) e 30 (vino rosso) mg/l di solforosa totale. Tenendo conto che, durante la ferme

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  9. L'agricoltura artigianale non è solo nostalgia
    01
    Jan

    L'agricoltura artigianale non è solo nostalgia

    Il primo Regolamento Ce in materia di sicurezza alimentare (n. 178/2002) ed i successivi hanno permesso di prevenire o bloccare efficacemente la circolazione di prodotti alimentari nocivi o pericolosi all’interno dell’Unione Europea. Oggi un rigido sistema di controlli ci tutela dal verificarsi di episodi come lo scandalo del metanolo nel vino, che nel 1986 causò 23 vittime e danni (alla vista o neurologici) a decine di persone.

     

    Tuttavia, l’intervento comunitario, essendo commisurato alle quantità prodotte, favorisce soprattutto l’agricoltura intensiva, a carattere industriale1. Allo stesso tempo molte imprese agricole a conduzione famigliare, di tipo artigianale, hanno difficoltà a reperire il capitale necessario per migliorare il proprio processo produttivo ed a trovare spazio nel mercato corrente.

     

    Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una crescente attenzione verso il vino artigianale, i cui produttori rivendicano un forte l

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